Giuseppe Capogrossi (1900 - 1972)

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Biografia breve di Giuseppe Capogrossi

Giuseppe Capogrossi (1900 - 1972) è stato un pittore e artista italiano del XX secolo. Nasce a Roma nel 1900, ivi muore nel 1972; pittore. Dopo avere conseguito la laurea in giurisprudenza comincia a dedicarsi nel 1926 alla pittura, sotto la guida di Felice Carena. Partecipa l'anno dopo a una collettiva alla galleria Dinesen ed espone con Mafai e Scipione alla galleria Doria. Subito dopo si trasferisce a Parigi fino al 1933; è presente alle Biennali di Venezia del 1930-34-36 e alle Sindacali del Lazio del 1930-36-37- 38. Con Cagli e Cavalli costituisce l'Ecole de Rome, cosi definita nel 1933 da W. George a proposito della mostra degli italiani a Parigi presso la galleria Bonjean, ove espone tra l'altro Poeta del Tevere, Temporale e Annunciazione. Sempre con loro aveva già esposto alla galleria di Roma nel 1932 e alla galleria del Milione di Milano. Partecipa alla II e III Quadriennalee nel 1939 al Premio Bergamo. L'anno dopo riceve il premio dell'Accademia d'Italia. All'interno di un neoumanesimo sotto l'insegna del tonalismo, Capogrossi rimane il piú legato a un senso della geometria spaziale di stampo postmetafisico, vicino non tanto a Mafai quanto a certe soluzioni di Melli. Quest'ultimo in «Quadrivio» (1933) nota, dopo i molteplici contatti parigini (Modigliani, Rousseau), l'acquisizione di «un pathos plastico che consiste nel conterire alla sostanza della pittura vibrazioni natematiche che risiedono nell'innesto delle misure dello spazio e della luce». La composizione intorno al 1933 viene definita, dallo stesso Melli, «a ritmo verticale, in ordine sparso», cosa questa che caratterizzerà una buona parte della produzione degli anni Trenta. I soggetti rappresentati sono tutti risolti in plastiche sospensioni, che a volte rimandano ad antichi esempi pompeiani (Poela del Tevere) o a certi silenzi pierfrancescani e si alternano a composizioni ove il tonalismo agisce come elemento vibrante di rottura della forma (Nature morte e Ballerine). È questo il clima dove il «plastico italiano» viene da Melli identificato in «ordine, misura, senso costruttivo, funzione dello spazio, ambiente tonale, apparizione taumaturgica dell'essere». Negli anni successivi Capogrossi si orienta sempre piú verso una pittura astratta e nel 1950 espone dipinti di indirizzo non oggettivo alla galleria del Secolo di Roma, alla galleria del Milione di Milano e alla galleria del Cavallino a Venezia. L'anno dopo forma con Ballocco, Comma e Burri il gruppo di Origine e nel 1952 si unisce al gruppo spaziale di Milano.

FONTE: ANNITRENTA

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